Europe Central by William Vollmann

Europe Central by William Vollmann

autore:William Vollmann
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852096990
editore: Mondadori
pubblicato: 2019-07-24T12:00:00+00:00


7

C’è un elenco di anime buone. Aprite il faldone grigio scuro e leggete: i nomi e i numeri identificativi di queste persone giuste sono scritti a macchina nella colonna a sinistra, seguiti da altri riquadri contenenti le date di servizio, i metodi impiegati e il numero di persone salvate. A dire la verità avevo immaginato che questo elenco assomigliasse a uno di quei codici greci con ancore e corone dorate a margine, ma la pratica della virtù è un affare così noioso e poco remunerativo che gli angeli possono permettersi al massimo di assumere un dattilografo; non è possibile rispettare neppure l’ordine alfabetico, qui, così su uno dei fogli volanti troviamo, nell’ordine, il dottor Hermann Maas di Heidelberg, che aiutò molti ebrei a raggiungere sani e salvi l’Inghilterra o la Svizzera (fu mandato in un campo di lavoro nel 1944, ma sopravvisse alla guerra nonostante l’età avanzata); il pastore Erik Myrgren di Berlino, cui gli israeliani hanno assegnato il titolo di Giusto tra le nazioni; e la dottoressa Elisabeth Abegg, anche lei di Berlino, che vendette i propri gioielli per finanziare la fuga degli ebrei. Il nome di Kurt Gerstein non compare.

C’è un altro registro, molto più voluminoso del primo: è un vecchio libro sulla cui copertina, sopra un’unica parola rossa in cirillico, sta sospeso un immenso fascio di oscurità con grate bianche e, poi, ragnatele circondate da una croce. Questo libro è alto come una lapide; le sue copertine sono fatte di piombo; ci vogliono sei uomini forti per trasportarlo. A Norimberga, la pubblica accusa lo fece portare in aula come prova contro ciascuno dei principali criminali di guerra; la presenza del nome dell’imputato su una qualunque delle sue pagine era sufficiente ad assicurare la condanna, a meno che non si trattasse di uno scienziato aerospaziale. Quando la Germania Ovest divenne un alleato fondamentale degli Stati Uniti nella Guerra fredda, questo volume fu depositato presso i National Archives di Washington, DC, e successivamente collocato al posto sbagliato. Per questa ragione molti dei suoi ospiti vissero un dopoguerra prospero e felice. Su quelle pagine ricorrono all’infinito i nomi del capitano Günther, del dottor Pfannenstiel (che vide cadere le accuse rivoltegli), del capitano Wirth, del capo brigata delle Globocnik e di una gran quantità di altri individui (il mio sguardo vagante scorge l’-Personalakte Hellmuth Becker, comandante della divisione Testa di Morto, cui piaceva stuprare le donne russe in mezzo alla strada). Il nome di Gerstein, però, non compare nemmeno tra questi.

Che cos’è, allora, Gerstein? In quale elenco andrebbe iscritto? GEHEIM.

La sua storia è rara e, perciò, sbalorditiva come i rilievi a figura intera dei santi su pareti altrimenti piatte.

E quella storia cominciò a dipanarsi alla svelta, come una fune che si srotoli sibilando da pulegge lubrificate nel momento in cui la botola del patibolo si spalanca. Stava precipitando: tra l’inizio e la fine fu libero di dare un senso alla sua vita. Sul treno, in viaggio tra Varsavia e Berlino conobbe un attaché svedese e gli parlò di quanto aveva visto a Belzec, sussurrandogli all’orecchio per tutta quella notte torrida e spettrale.



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